La richiesta di rinvio a giudizio formulata dal PM si basa su condotte reiterate di molestia e minaccia, tali da procurare nella parte offesa perdurante e grave stato di ansia e un fondato timore per l'incolumità, idonee a costringere l'ex coniuge parte offesa a modificare le proprie abitudini di vita. Tali condotte si sono concretizzate nell'invio di decine di messaggi al giorno, sia di testo, sia audio che fotografie ma anche biglietti cartacei, questi ultimi lasciati quotidianamente affissi alla cassetta della posta di parte offesa ma anche di altri condomini. I messaggi sono stati anche appesi in altri luoghi pubblici del comune di residenza di entrambi (supermercati, fermate dei servizi di linea, scuole). Il GUP ha ritenuto esistenti gravi indizi di colpevolezza sulla base della denuncia querela, delle successive integrazioni e produzioni documentali ma anche della sostanziale ammissione di responsabilità da parte dell'imputato, interrogato nel corso delle indagini. È stata pertanto riconosciuta la sussistenza delle esigenze cautelari, visto che la sistematicità e quotidianità delle condotte, protratte per anni, lascia ritenere che l'imputato non si asterrà in futuro da tenere comportamenti analoghi ma è probabile che li acuirà, ponendo in essere condotte anche più gravi.