Il Tribunale ha rigettato la domanda per difetto di interesse ad agire ex art. 100 c.p.c.. Ciò in quanto la domanda non era stata formulata in via strumentale rispetto ad una domanda di revoca del liquidatore giudiziale ovvero rispetto ad una domanda diretta a censurarne l'operato, mai contestato dall'attrice che ha anzi evidenziato il proprio consenso al programma di liquidazione della società redatto dal liquidatore nominato dal Tribunale.

Il provvedimento ha consentito al cliente non solo il rimborso delle spese legali, ma anche la condanna al risarcimento del danno per responsabilità aggravata ex art. 96 comma 1 c.p.c., in quanto la parte attrice aveva reiterato argomentazioni già svolte in tre ulteriori procedimenti (procedimento ex art. 2485 e 2487 c.c., procedimento di revoca ex art. 742 c.p.c. del provvedimento di nomina del liquidatore e procedimento di reclamo c.p.c. dinanzi alla Corte d'Appello), poste a fondamento di domande inammissibili ed infondate. I danni sono stati liquidati in via equitativa pari alla somma liquidata a titolo di spese legali per il giudizio.

Sentenza Tribunale Ancona n. 1036/2019